lunedì 1 maggio 2017


Recuperi: Oggi sono le Calende di Maggio (post originario del 2009)


Anche oggi ho voluto recuperare un vecchio post del mio precedente, e non rintracciabile, blog.
Quindi, chi ne ha piacere, può leggersi questa storia sulla più antica tradizione della festa del primo maggio.

(La foto non c'entra ma riporta la copertina della miglior canzone - in ASSOUTO - dedicata al concerto del Primo Maggio... degli inossidabili Elio e le Storie Tese)





Ho accennato in un mio precedente articolo che quasi sempre le feste si sovrappongono.
Spesso perché diventa più facile onorare qualcosa in un giorno in cui si è abituati a festeggiare anche altro.

Alcune volte anche per volontà precisa di sostituire un ricordo... un po' come quando un corso o un viale cittadino cambiano nome da Corso Pinco Pallo (rivoluzionario che diede prova di sé in un precedente regime adesso abbandonato) a Corso Stati Maltusani (confederazione di stati con i quali il nuovo regime è in buoni rapporti economici) per far vedere buona volontà politica e abbandonare il richiamo a personaggi scomodi per i nuovi sviluppi governativi.

C'è nell'essere umano la fin troppo forte volontà di dimenticare la storia passata, di cancellare errori che potrebbero essere di grande insegnamento se tenuti ben presenti.
Così si cerca di cancellare dai libri un avvenimento ritenuto scomodo per poi commettere le stesse “fregnacce” un paio di generazioni dopo.

Se personaggi pericolosi e drammatici riescono a negare cose continuamente ricordate con scritti e documenti e annuali ricorrenze in onore di caduti, come l'Olocausto, pensate come possa essere facile negare e dimenticare cose sulle quali gli storiografi di regime tirano una riga sopra.

Il primo maggio però appartiene alla categoria di feste che si sono sovrapposte autonomamente, senza voler dimenticare nulla, festeggiando qualcosa di veramente importante su cui è d'uopo riflettere. 

Anche se in realtà è probabile che, trovandoci di fronte al raro esempio di laicizzazione di una festa precedentemente religiosa, il tipico rifiuto di tutto ciò che è ecclesiatico del periodo di riforme socialiste abbia cercato di dare quella pennellata di “scordati di me” che in fondo fa parte del gioco. 

Non ho prove che ci sia stata una volontà chiara, quindi propendo per una logica del tipo: “dato che già si festeggia un po' ovunque, approfittiamone e ampliamone il significato” piuttosto di un “è l'occasione di far dimenticare certe realtà in favore delle nostre!”. 

Come si usava dire: ai posteri l'ardua sentenza!

Ma io, che sono un rompiballe, ci tengo a far ricordare tutte quelle ricorrenze che hanno portato a rendere questo giorno un momento importante per tutti.


In breve, ci troviamo di fronte a un'espressione simile alla Pasqua. Il periodo freddo è finito, festeggiamo l'arrivo della primavera. Tant'è vero che si considera la Madre Terra gravida dei semi e la si festeggia.

Questo nei popoli antichi.

Poi vennero i Romani e i loro festeggiamenti di maggio dedicati dai Romani alla Bona Dea, la Madre Terra, appunto.
Ma non solo.
Gli antichi Romani festeggiavano tante cose, recuperando le usanze dei tanti popoli latini che entravano a far parte del loro grande regno, e una di queste era una festa nella quale i maiali venivano sacrificati e successivamente gettati nei fuochi, per celebrare e invocare la ricchezza dei frutti primaverili. 

Tale festa entrò a far parte della tradizione che voleva il sacrificio di un maiale da parte del dio Vulcano in onore della dea Maia, signora della fecondità e del risveglio primaverile, che diede origine al nome del mese di Maggio e al nome del Maiale (maialis, animale di Maia, sacrificato per Maia). I Romani indicavano l'inizio di un mese con il nome Calenda (da cui calendario, cioè l'elenco delle calende) e i festeggiamenti in onore di Maia divennero i festeggiamenti di apertura del mese, celebrati nella notte tra il 30 di Aprile e il1° di Maggio.

La tradizione portò all'accensione di grandi fuochi nella notte e a riti che probabilmente prevedevano grandi banchetti e amoreggiamenti per festeggiare l'inizio del “mese dell'abbondanza”.

I fuochi, come simbolo di Vulcano, divennero simbolo della notte tra i due mesi.

I fuochi sono una costante forse anche per sottolineare il passaggio dal freddo dell'inverno al caldo primaverile, tant'è vero che nei paesi anglosassoni si festeggiava (e si festeggia) la notte del 30 aprile accendendo grandi fuochi nelle campagne.

Ora, ignoranza mia, non sono mai riuscito a scoprire se la notte di Valpurga tedesca e di tutto il nord Europa sia nata DOPO l'incontro con i romani, legando quindi anche credibilmente i due nomi Vulcano – Valpurga, o se sia una tradizione simile che si è incontrata a metà strada.

Anche perché i Celti la chiamavano Beltane, la festa delle Luci (dei fuochi) dando lo stesso nome al mese di Maggio.
Dove Valpurga deriva probabilmente da wall-bergs, proteggere/vegliare i campi.

Tutt'e due le teorie, appropriazione di una festa romana o incontro di due tradizioni contadine, sono credibili. Fatto sta che in tempi recenti, cristiani, la lotta di negazione dei vecchi riti pagani legati alla terra, ha fatto diventare i gruppi di contadini e contadine che si riunivano per festeggiare il risveglio della terra, attorno ai fuochi, convegni di streghe... ovvero, seguendo le teorie wiccan, incontri di donne (e uomini) che adorano la terra e la natura seguendo i ritmi stagionali impersonificati nella figura della Madre Terra.

Che altro non è che la Bona Madre che è la Madre Terra originaria, e il ciclo si chiude.

(Probabilmente si festeggiava anche “scopacchiando”, come rito di fertilità, come nelle feste romane, origine delle orge “sataniche”dei sabba... sigh!).

Per negare la notte di Valpurga come rito pagano, la Chiesa Cattolica si è addirittura inventata Santa Valpurga, le  cui fantomatiche vestigia sarebbero state trasferite nella cattedrale di Eichstätt il primo maggio del 777  (nessun legame con i sottotitoli del televideo), data che divenne onomastico di coloro che portano il nome di Valpurga tra i cristiani.

Queste le origini magico religiose della “santità” del primo maggio.

Il primo maggio che festeggiamo adesso in realtà è legato a tutt'altra tradizione.
Quella questione veramente importante su cui è d'uopo riflettere cui accennavo prima.

Il primo maggio è la festa dei lavoratori sancita dal presidente Cleveland in questa data a ricordo della prima manifestazione a New York dei Cavalieri del Lavoro nel 1882 (sindacato dei lavoratori) e ai tragici avvenimenti di un identica manifestazione a Chicago nel 1886 durante la quale  la polizia sparò sui manifestanti.

Adesso diamo per scontati un sacco di diritti.

Ci sembra normale che un ragazzo appena assunto possa fare una cavolata sul lavoro e mandare al diavolo il proprio capo ufficio senza essere licenziato perché “i Lavoratori hanno dei diritti”... cosa di cui molti abusano.

Ci dimentichiamo però che che per arrivare a certi estremi qui in Italia, migliaia di persone, in tutto il mondo, sono morte con in bocca le parole libertà e diritto, in epoche in cui dai dieci anni ai quaranta (chi ci arrivava) lavorava quattordici ore al giorno e più e veniva picchiato e insultato e sfruttato a sangue quando addirittura gli schiavi dell'antica Roma avevano più privilegi e venivano difesi dalla legge.

Il primo maggio è una festa in nome di semplici e dovuti valori che dovrebbero avere tutti e noi in Italia la leghiamo al socialismo e al comunismo che per primi lottarono per tali sacrosanti diritti e purtroppo facciamo finta di nulla quando paesi come la Cina, che si considerano ultimi baluardi del comunismo, calpestano tali libertà chiudendo uomini, donne e bambini a lavorare dodici, quattordici o sedici ore al giorno, a costruire, montare, cucire e dipingere oggetti per il mercato occidentale.

Noi ci riempiamo la bocca di diritti e libertà di cui godiamo stando seduti sulle spalle di chi quei diritti non li sogna neppure.

Ricordiamocelo mangiando la porchetta di Vulcano alla festa dell'Unità questa sera.

Buon Primo Maggio a tutti.



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